Dentosofia: la nuova frontiera dell’odontoiatria
La Dentosofia sta esplorando una nuova e interessante dimensione nell’ambito delle terapie odontoiatriche. È una terapia caratterizzata da un approccio umanistico all’arte dentistica, basata su tecniche funzionali conosciute, che pone in evidenza il legame tra l’equilibrio della bocca, dell’essere umano e del mondo intero.
Questa terapia dentistica riconosce alla bocca un ruolo centrale per l’equilibrio e la salute dell’intero organismo, considerando il paziente nella globalità del suo essere. Nel corso degli anni le osservazioni e gli esperimenti in diversi studi dentistici hanno portato i sostenitori di questa forma terapeutica ad adottare un doppio postulato come base di lavoro: “la psiche di una persona è tutta impressa nella sua bocca” e, reciprocamente, “ogni trasformazione a livello orale ha ripercussioni sulla psiche”.
La prima applicazione della filosofia e dei metodi funzionali in campo odontoiatrico risale al XVIII secolo e si deve a Pierre Fauchard e Nicholas Andry (seguiti da Pierre Robin all’inizio del Novecento), che furono i primi a stabilire la relazione tra le disfunzioni della bocca – sede di processi vitali quali la suzione/masticazione, la deglutizione, la fonazione e la respirazione – e la comparsa di un numero impressionante di patologie.
Secondo Mathieu e Montaud, i due dentisti di scuola antroposofica che hanno definito la dentosofia, una bocca non in equilibrio è all’origine di mal di testa, mal di schiena, dislessia, difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno, stress e depressione, allergie, dolori articolari, problemi di equilibrio ecc. Ogni patologia orale è considerata l’espressione di un disordine organico e psico-affettivo dell’individuo.
La terapia messa a punto dalla dentosofia mira dunque a ristabilire le condizioni di equilibrio tipiche di ogni essere umano, che sono contrastate da autolimitazioni incoscienti (psichiche e fisiche) create dai pazienti in risposta al loro vissuto.
Questi dentisti non cercano solo di capire come risolvere i problemi, ma si chiedono perché e a causa di cosa si verificano inconvenienti quali una carie, un dente rotto o un’asimmetria boccale. Chi ha avuto molte carie, ad esempio, non sarà considerato un soggetto con denti deboli ma un uomo che ha subito molte perturbazioni psicologiche, avendo avuto il coraggio di esprimerle proprio attraverso tale patologia.
In questa terapia ogni dente ha una sua corrispondenza. In generale l’arcata superiore rappresenta un archetipo nella sua forma idealizzata, mentre quella inferiore nella sua forma reale, vissuta nel quotidiano. Il cavo orale è diviso in due parti: la destra rappresenta il maschile e il materiale, la sinistra il femminile e lo spirituale. Ogni dente ha poi un valore archetipico; i due incisivi centrali superiori, ad esempio, rappresentano l’archetipo maschile a destra e femminile a sinistra, mentre gli incisivi laterali l’archetipo padre e madre. Ecco così che la bocca diviene un vero e proprio registratore di tutti gli eventi psichici dell’individuo, così che una persona che soffre per un padre troppo oppressivo avrà l’incisivo superiore laterale di destra spostato all’indietro.
Strettamente legata alla psicologia, questa terapia si è sviluppata a partire dagli anni Cinquanta, quando i professori Soulet e Besombes iniziarono a utilizzare degli apparecchi in caucciù per il mantenimento dei trattamenti ortodontici tradizionali. A partire dal 1984 Mathieu e Montaud misero poi a punto lo strumento fondamentale di questa terapia, l’attivatore plurifunzionale in caucciù o silicone, utilizzato anche come armonizzatore psicoaffettivo e riequilibratore posturale. Ancora oggi questo dispositivo costituisce il principale metodo di cura della dentosofia, venendo applicato una o due ore al giorno, e durante la notte.
Particolarmente adatta anche ai bambini, la dentosofia si è sviluppata in Italia a partire dal 2004.